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domenica 28 ottobre 2012

IL GENIO CARAVAGGESCO

 
 
 
 
 
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio (nato a Milano, 1571 - deceduto in una spiaggia di Porto Ercole, 1610), è il più geniale innovatore dell'arte pittorica italiana del 1600. E' fin dagli inizi della sua carriera artistica che il Caravaggio elabora uno stile decisamente opposto a quello dei suoi maestri, in totale contrasto con la scuola tradizionale.
Il grande pittore respinge l'artificiosità e gli eccessi di quella corrente artistica, il Manierismo, che era ormai diffusa da molti anni, privilegiando, invece, un'arte rappresentativa della realtà, a dimensione umana.
Egli cerca innanzi tutto di affermare un nuovo linguaggio pittorico, tutto suo, ponendosi in modo diretto di fronte alla natura, rappresentandola con decisa potenza plastica e un marcato disegno nelle immagini dei suoi personaggi, illuminati da teatrali sciabolate di luce su fondi oscuri e con colori sapientemente pennellati sulla tela.
 
 
 
 
 
 
La pittura del Caravaggio usa un linguaggio semplice, immediato, cerca il più possibile di avvicinarsi alla realtà che lo circonda. L'umile e le scene quotidiane in ambienti poveri e spogli sono i temi principali delle sue opere, anche i soggetti religiosi vengono "umanizzati" dall'Artista, si evidenziano espressioni umane nei volti e negli atteggiamenti dei personaggi; santi, vergini e martiri sono personificati da individui presi per strada e non si preoccupa affatto di metter in risalto elementi che generalmente vengono eliminati come unghie e piedi sporchi, gambe storte, rughe e difetti fisici. Anche gli abiti sono spesso modesti e non vi è nulla che faccia pensare agli sfarzi di una potenza come è la Chiesa Cattolica dell'epoca.
Tutto ciò, unito al suo "terribile carattere" gli causò molti guai anche giudiziari, ma questi non lo distolsero dal proseguire le proprie ricerche, gli studi, portandolo a sviluppare sempre più una tecnica pittorica che ha cambiato sostanzialmente il modo di realizzare i dipinti, specialmente per quel che riguarda la riproduzione di luci e ombre in varie composizioni artistiche.
 
La cura nei particolari e la precisione del disegno danno un'incisiva concretezza alla realtà riprodotta dal Caravaggio.
I forti contrasti chiaroscurali formano voluminosità, l'alternarsi di luce e ombra, oltre a far risaltare la plasticità delle figure, accresce le drammaticità e le emozioni, concentrandosi sui visi o nei gesti più significativi della rappresentazione.
 
E' innegabile che questo grande, maledetto artista, così capace di provocare suggestioni con le sue mirabili opere, abbia lasciato un segno indelebile nella storia dell'arte mondiale.
 
 


domenica 21 ottobre 2012

DEDICATO A STEVIE RAY VAUGHAN

 
 
Stevie Ray Vaughan nasce nel 1954 a Dallas (Texas, USA).
Guitar man come pochi, manifesta fin da piccolo un legame quasi simbiotico con la musica blues.
 
Totalmente autodidatta, è il fratello maggiore, Jimmy, ad introdurlo alla conoscenza di tutti i miti della musica blues e a suonare la chitarra.
 
Nel 1972 si trasferisce a Austin, con l'intenzione di dimostrare quello che vale.
Girovagando tra svariati gruppi, costantemente insoddisfatto, è alla perenne ricerca di quel "qualcosa in più" che fa la differenza e che solo la sensibilità dell'autentico artista sa "sentire".
 
 
 
 
Nel 1972 costituisce i "Triple Threat Revue" che diventano in seguito i "Double Trouble".
Quando nel 1979 la cantante Burton decide di lasciare il gruppo per intraprendere la carriera solista, i "Double Trouble" diventano un trio con Stevie Ray Vaughan voce e chitarra solista, Tommy Shannon al basso e Chris Layton alla batteria.
E' da quel momento che Vaughan trova finalmente ciò che cercava e la sua ispirazione è al massimo.
 
Mick Jagger, leader dei Rolling Stones nonchè suo grande fan, lo segnala a un produttore e, grazie a ciò, viene portato al Festival Jazz di Montreux nel 1982.
David Bowie, in seguito al grande successo che Vaughan riscuote al festival, decide di ingaggiarlo per un suo tour mondiale ma, a metà tour, Vaughan decide di abbandonare perchè lo stile musicale di Bowie non lo sente confacente e non lo soddisfa.
 
 
 
 
Nel 1983, all'età di 28 anni, incide il suo primo album "Texas Flood".
Nel 1984 pubblica il secondo album " Couldn't stand the Weather" tra cui spicca la sua versione (superlativa) di "Voodoo chile" del grandioso Jimi Hendrix.
 
Ormai la padronanza assoluta della chitarra e i suoi entusismanti assoli non fanno altro che dimostrare la maturità artistica raggiunta da Vaughan.
 
Nel terzo album "Soul to Soul" (1985), fa la sua comparsa il tastierista Reese Wynans.
In questo periodo, all'apice della fama, Stevie Ray Vaughan partecipa come "ospite" anche ad album di altri grandi artisti tra cui James Brown e Johnny Copeland e vince il "Grammy" con l'album live "Blues Explosion".
 
 
 
 
Colto da collasso, dovuto all'abuso di alcool e droghe, durante una delle sue travolgenti esibizioni, segue un periodo di disintossicazione che lo tiene lontano dalle scene per un certo tempo.
Nel 1989 vince il secondo "Grammy" con "In Step" e collabora con Bob Dylan.
 
Il 27 agosto 1990, una tragica fatalità, pone fine alla vita di Stevie Ray Vaughan: dopo aver partecipato ad un concerto con Eric Clapton, Robert Cray e Buddy Guy, L'elicottero che lo avrebbe dovuto portare a Chicago, si schianta contro una collina a causa della fitta nebbia.
 
 
 
 
La morte prematura lo consegna alla leggenda ma, in un epoca di canzoni esclusivamente commerciali in cui latitano gli strumenti musicali e imperversa l'elettronica, di rapper e di discoteche, la musica viene privata di uno dei suoi interpreti più sensibili e passionali.
I suoi album, autentici capolavori, non possono mancare a chiunque ami il blues di cui Vaughan è stato un dei più fulgidi esponenti.


 
 
 
 
Indimenticabile SRV...
 
 
 
 


sabato 6 ottobre 2012

L'INQUIETANTE ZDZISLAW BEKSINSKI

 
 
 
Zdzislaw Beksinski si potrebbe definire il più talentuoso pittore polacco del nostro tempo.
 
Cominciò come fotografo ma fu con la pittura a olio che espresse le sue più elevate doti.
 
Il periodo clou delle sue opere fu successivo a un traumatico incidente automobilistico, avvenuto in un passaggio a livello, a cui seguirono 3 settimane di coma.
 
Fu proprio a causa di ciò che la sua arte subì una drastica variazione e sulle sue tele cominciarono a prendere forma gli incubi dell'inconscio, popolati da creature macabre, sub-umane, avvolte in scenari gotici e paesaggi lugubri, angoscianti.. Dipinti capaci di provocare una grande attrattiva e, al contempo, repulsione.
 
 
 
 
Di indole cordiale e allegra, la sua popolarità non toccò mai alti vertici, nonostante i molteplici riconoscimenti e i tanti premi conseguiti.
 
La sua vita fu costellata da tragedie: oltre al grave incidente, sua moglie morì nel 1998, suo figlio si suicidò nel 1999 ed egli stesso morì nel 2005, assassinato dal 19enne figlio del suo maggiordomo.
 
A titolo personale, ritengo che questo artista sia straordinario, capace di provocarmi profonde emozioni e di trasportarmi in un'altra dimensione, quella più oscura, che vive, silenziosa, dentro ognuno di noi.