Khalil Gibran, celeberrimo, sensibile poeta e scrittore, nacque nella cittadina libanese di Bisharri nel 1883 e morì a New York (USA) nel 1931. Di religione cristiano-maronita, fu anche pittore e filosofo.
Divenne un mito e un punto di riferimento per i giovani che considerarono le sue opere, tradotte in oltre 20 lingue, in breviari mistici.
La sua famiglia, di ceto piccolo-borghese, unita e pervasa da grande rispetto reciproco, fu costretta ad emigrare per motivi economici negli Stati Uniti nel 1895. In età adulta visse nel quartiere cinese di Boston, popolato da immigrati di origine italiana, irlandese e siriana.
Nel 1889 tornò a Beirut con la volontà di studiare la lingua e la letteratura araba soggiornando, in seguito, anche in Siria, ma nel 1902 rientrò a Boston, ansioso di rivedere la terra che aveva contrassegnato gran parte della sua vita.
Recatosi a Parigi nel 1908, con l'intento di studiare all'Accademia di Belle Arti, si avvicinò alla filosofia di Rosseau e di Nitzsche. Fu, negli anni '20, tra i fondatori della Lega Araba, con il proponimento di rinnovare la tradizione araba con il contributo della cultura occidentale.
Nelle opere di Gibran, infatti, prevale l'idea di un'ampia, generale concezione del divino in cui si incontrano e si intrecciano simboli di ogni religione e espressione filosofica (il cattolicesimo vicino all'induismo e islamismo, mistici sufi insieme ai romanticisti e idealisti europei, Nietzsche accanto ai mistici arabi).
Il concetto mistico di Gibran sfugge ad ogni tipo di classificazione, il poeta si esprime evocando immagini e ricorre a un simbolismo dai mille significati e che per la sua universalità è in grado di rivolgersi sia all'uomo indù che al cristiano, sia al credente che all'ateo.
Il suo successo deriva proprio dalla sua capacità di porsi in equilibrio tra oriente e occidente.
Per Gibran la vita è il tempo necessario che serve a ricongiungere noi a Dio; quando nell'essere umano il bene e il male, la perfezione e l'imperfezione, i piccoli sentimenti e le grandi passioni riusciranno a coesistere, sarà nella coincidenza di questi opposti che si manifesteranno la felicità, la saggezza e la perfezione.
AFORISMI DI KHALIL GIBRAN:
Divenne un mito e un punto di riferimento per i giovani che considerarono le sue opere, tradotte in oltre 20 lingue, in breviari mistici.
La sua famiglia, di ceto piccolo-borghese, unita e pervasa da grande rispetto reciproco, fu costretta ad emigrare per motivi economici negli Stati Uniti nel 1895. In età adulta visse nel quartiere cinese di Boston, popolato da immigrati di origine italiana, irlandese e siriana.
Nel 1889 tornò a Beirut con la volontà di studiare la lingua e la letteratura araba soggiornando, in seguito, anche in Siria, ma nel 1902 rientrò a Boston, ansioso di rivedere la terra che aveva contrassegnato gran parte della sua vita.
Recatosi a Parigi nel 1908, con l'intento di studiare all'Accademia di Belle Arti, si avvicinò alla filosofia di Rosseau e di Nitzsche. Fu, negli anni '20, tra i fondatori della Lega Araba, con il proponimento di rinnovare la tradizione araba con il contributo della cultura occidentale.
Nelle opere di Gibran, infatti, prevale l'idea di un'ampia, generale concezione del divino in cui si incontrano e si intrecciano simboli di ogni religione e espressione filosofica (il cattolicesimo vicino all'induismo e islamismo, mistici sufi insieme ai romanticisti e idealisti europei, Nietzsche accanto ai mistici arabi).
Il concetto mistico di Gibran sfugge ad ogni tipo di classificazione, il poeta si esprime evocando immagini e ricorre a un simbolismo dai mille significati e che per la sua universalità è in grado di rivolgersi sia all'uomo indù che al cristiano, sia al credente che all'ateo.
Il suo successo deriva proprio dalla sua capacità di porsi in equilibrio tra oriente e occidente.
Per Gibran la vita è il tempo necessario che serve a ricongiungere noi a Dio; quando nell'essere umano il bene e il male, la perfezione e l'imperfezione, i piccoli sentimenti e le grandi passioni riusciranno a coesistere, sarà nella coincidenza di questi opposti che si manifesteranno la felicità, la saggezza e la perfezione.
AFORISMI DI KHALIL GIBRAN:
- Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici.
- Io non conosco verità assolute, ma sono umile di fronte alla mia ignoranza: in ciò è il mio onore e la mia ricompensa.
- Il valore di un uomo si misura dalle poche cose che crea, non dai molti beni che accumula.
- Tenerezza e gentilezza non sono sintomo di disperazione e debolezza, ma espressione di forza e determinazione.
- La solitudine è una tempesta silenziosa che spezza tutti i nostri rami secchi. E intanto spinge sempre più in profondità le nostre radici vive, dentro il cuore della viva terra.
- La vita è un'isola in un oceano di solitudine: le sue scogliere sono le speranze, i suoi alberi sono i sogni, i suoi fiori sono la vita solitaria, i suoi ruscelli sono la sete.
- L'amore non ha altro desiderio che quello di realizzarsi, ma se amate ed è inevitabile che abbiate dei desideri, fate in modo che essi siano questi: svegliarsi all'alba con le ali al cuore e ringraziare per un altro giorno d'amore.
- Per arrivare all'alba non c'è altra via che la notte.
- Se vi separate dall'amico, non addoloratevi, perchè la sua assenza vi illuminerà su ciò che in lui amate.
- Chi sa ascoltare la verità non è da meno di colui che la sa esprimere.